Misurare gli obiettivi di economia circolare nei centri urbani

Misurare gli obiettivi di economia circolare nei centri urbani

Autori: Massimo Beccarello e Giacomo Di Foggia

 

Introduzione

Le città giocano un ruolo determinante nell’economia globale, basti pensare al fatto che oltre la metà della popolazione globale vive nelle aree urbane e che quest’ultime rappresentano l’85% circa della produzione del prodotto interno lordo. Inoltre, le città sono responsabili del 75% di consumo di risorse naturali, producono il 50% dei rifiuti globali e contribuiscono alle emissioni di gas climalteranti in percentuali importanti, tra il 60% e l’80% del totale delle emissioni prodotte.
Le città rappresentano anche il fulcro del progresso, dell’innovazione, della socialità, della sperimentazione di nuove forme di condivisione, della conoscenza e conseguentemente della crescita. Ma affinché si possa parlare di vera crescita questa deve essere sostenibile, offrendo le migliori condizioni di vita a chi le popola oggi senza pregiudicare il benessere delle future generazioni. Per questo motivo l’orientamento moderno mira allo sviluppo di città circolari fondate su una logica di valorizzazione delle risorse disponibili.
Questo studio viene dato alle stampe in una fase in cui l’emergenza COVID ha fortemente condizionato gli stili di vita urbani. Questa pandemia tuttavia ha dimostrato che le città sono degli snodi cruciali della nostra società globale interconnessa. Nella speranza di superare in tempi rapidi questa emergenza, dobbiamo essere consapevoli che restano aperti problemi di lungo periodo: la dipendenza dall’uso di combustibili fossili, l’aumento delle emissioni di CO2, l’aria inquinata, un mercato immobiliare e un uso delle risorse disfunzionale, la perdita di biodiversità ed i problemi di divario sociale e di coesione tra la popolazione urbana. Per questo riteniamo che questi temi siano ancora più rilevanti per il futuro ed offrano un’occasione unica per studiare e valutare quali di queste esperienze potremmo usare per costruire città più sostenibili e sicure.
La Commissione Europea, presentando l’ambizioso progetto Green New Deal nel gennaio 2020, ha collocato l’Economia Circolare al centro delle nuove politiche europee necessarie per raggiungere gli obiettivi sottoscritti a Parigi nel 2015. Con questo rilancio della politica ambientale l’Unione intende rafforzare le misure adottate con il pacchetto di Direttive Economia Circolare pubblicate nella GU dell’Unione Europea a giugno del 2018 che dovranno essere recepite dagli stati membri entro luglio 2020.
Il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare si prefigge di promuovere un sistema di progettazione, produzione e consumo di beni e servizi, nonché la gestione dei rifiuti e il riutilizzo dei materiali all’interno del sistema economico nel quale l’uso efficiente delle risorse è il pilastro portante dello sviluppo sostenibile. La transizione verso un’economia circolare richiede che i cittadini si impegnino attivamente nel cambiamento dei propri modelli di consumo.
A tale proposito è fondamentale, da un lato, creare le condizioni per mercati ed efficienti sistemi di gestione dei rifiuti e, dall’altro lato, creare un sistema di incentivi e comunicazione verso i cittadini per supportarne le iniziative dal basso e stimolarne il comportamento virtuoso. I grandi centri urbani rappresentano un volano decisivo per promuovere, accanto ai cittadini, i comportamenti e le misure da adottare per raggiungere gli importanti obiettivi ambientali.
L’economia circolare non rappresenta solo un modello economico per la gestione efficiente delle risorse ma si propone come un modello olistico volto a promuovere la sostenibilità ambientale e a migliorare il modello di cooperazione sociale tra tutti gli attori sociali.
Considerata la centralità dei contesti urbani, il CESISP – Centro Sudi in Economia e Regolazione dei Servizi, dell’Industria e del Settore Pubblico dell’Università di Milano-Bicocca – ha voluto promuovere, ampliandola, la classifica italiana delle Città Circolari.
L’obiettivo di questo progetto di ricerca, giunto alla sua seconda edizione, non si limita a un esercizio di classificazione, ma intende soprattutto sviluppare degli strumenti di utile valutazione delle politiche per le politiche ambientali dei centri urbani.
Gli indicatori che sono considerati possono infatti essere sviluppati come indicatori utili per l’analisi di impatto di nuove proposte normative o regolamentari o rappresentare un utile strumento per valutare l’efficacia postuma delle misure adottate.
Inoltre, per quanto ad ogni stato membro siano affidati obiettivi comunitari vincolanti, sia in materia di economia circolare che di sostenibilità, riteniamo che senza una diffusa attuazione partecipata questi obiettivi difficilmente potranno essere raggiunti. Infine, riteniamo che la dimensione di impatto sociale sia fondamentale anche per valutare gli effetti di molte politiche ambientali sul territorio che fino ad oggi hanno trascurato il rischio di effetti economici regressivi spesso penalizzando, sul piano dell’equità sociale le componenti della società urbana più disagiata.
Nelle pagine che seguono il rapporto è presentato come segue: il secondo paragrafo illustra l’approccio metodologico seguito dai principali indicatori presi in considerazione e le principali criticità affrontate. Il terzo paragrafo illustra i risultati che emergono dalle misurazioni degli indicatori riferiti alle diverse dimensioni dell’analisi. Il quarto paragrafo riconduce le analisi delle diverse dimensioni dell’economia circolare ad una classifica generale di circolarità di 201 città italiane selezionate tra i capoluoghi di regione e, dove questi ultimi non dispongano di sufficienti informazioni, le principali città in base alla popolazione ed alle informazioni disponibili. Il quinto paragrafo presenta un primo tentativo, sulla base dei dati comparativi disponibili, di confronto tra principali città europee.

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